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Suzanne Valadon

Peintre français (Bessines-sur-Gartempe, Haute-Vienne, 1865  – Paris 1938).

Elle se prénommait en réalité Marie Clémentine. On l’appela Marie, à Montmartre, où sa mère, blanchisseuse, vint s’établir avec elle en 1872. Très douée pour le dessin, la fillette se plaisait à crayonner sans cesse, à se servir de morceaux de charbon de bois pour tracer des graffiti sur les murs et sur les trottoirs. Après avoir été apprentie couturière, elle exerça divers petits métiers, devint acrobate dans un cirque forain et y fut victime d’un accident qui ne lui permit pas de poursuivre cette carrière, mais ne l’empêcha pas de poser, nue ou habillée, dans l’atelier de Puvis de Chavannes (durant sept ans, et notamment pour les figures du Bois sacré), chez Renoir (pour la Danse à la ville et la Danse à la campagne), chez Toulouse-Lautrec qui était, rue Tourlaque, son voisin de palier.
   Ce fut lui qui, le premier, sut reconnaître son talent de dessinatrice ; il signala sa découverte au sculpteur Bartholomé, qui, à son tour, en parla à Degas, qui allait demeurer jusqu’à la fin de sa vie l’admirateur et le soutien de celle qu’il avait surnommée " la terrible Maria " ; Degas l’encouragea à peindre et l’engagea à exposer, en 1882, au Salon de la Société nationale des beaux-arts.
   L’année suivante, Suzanne Valadon mit au monde un fils, non reconnu par son père (Maurice Boissy, bohème impénitent, alcoolique invétéré et vaguement peintre à ses heures). Elle devint la compagne de Paul Moussis, qui allait légitimer leur union en 1896 sans avoir consenti à donner son nom à l’enfant, mais qui avait, en 1891, laissé un de ses proches amis, Miguel Utrillo y Molins, se substituer pour cela à Boissy et à lui-même.
   Divorcée en 1909, Suzanne Valadon contracta aussitôt une nouvelle union avec le peintre André Utter et, habitant rue Cortot à Montmartre, forma avec celui-ci et Maurice un trio pittoresque, mais d’une sécurité matérielle précaire. Leur situation s’étant enfin améliorée, ils s’installèrent, en 1926, dans un hôtel particulier de l’avenue Junot. En 1935, Utrillo quitta sa mère pour épouser le peintre Lucie Valore.
   Les gros traits appuyés, fermes et souples, que Degas avait admirés dans les dessins de Suzanne Valadon, caractérisent aussi bien les peintures de celle-ci, puissantes, dont le coloris rappelle celui de Gauguin. Les tableaux, d’une matière précieuse, ont pour sujet des nus robustes et des figures dont le réalisme frôle, quelquefois, la vulgarité. L’artiste exécuta aussi des natures mortes solidement rustiques et des compositions florales. Son art direct, voire agressif, donne une vigoureuse impression d’équilibre psychologique et de saine sensualité. Suzanne Valadon est représentée à Paris (M. N. A. M. : le Lancement de filet, 1914 ; M. A. M. de la Ville : Nu au bord du lit, 1922) ainsi que dans de nombreuses coll. publiques, notamment à Albi, Besançon, Belgrade, Grenoble, Lyon, Menton, Montpellier, Nantes, Nevers, Prague. Une rétrospective lui est consacrée (Martigny, Suisse, fondation Gianadda) en 1996.
 
“…ciò che Suzanne riesce ad esprimere così liberamente deriva dal fatto che è cresciuta senza un’educazione condizionante. Nessuno l’ha educata a diventare donna. Così la sua creatività, il suo talento, la sua sessualità, sono fioriti spontaneamente con la stessa naturalezza permessa agli uomini”.
                                                                                                                                                                         Edgar Degas
 
Nacque il 23 settembre del 1865 come Marie Clementine Valadon, figlia illegittima di una sarta, Magdelaine Valadon, a Bessines-sur-Gartem, un piccolo comune vicino Limoges.
Morì a Parigi come Susan Valadon nel 1938; al suo funerale furono presenti le più importanti personalità del mondo artistico francese, Pablo Picasso, Georges Braque, André Derain.

La sua vita fu un romanzo.
Un’infanzia poverissima che cercò di dimenticare in ogni modo, cambiando perfino la propria data di nascita.
Diceva di essere nata il 6 giugno del 1867 e di essere stata abbandonata in fasce davanti alla cattedrale di Limoges.
La sua vita ebbe una svolta quando a 15 anni trovò lavoro come trapezista in un circo, attività che dovette presto lasciare in seguito a una caduta.
A solo 16 anni iniziò a posare come modella per gli artisti di Montmartre, fra cui Pierre Puvis de Chavannes, Toulouse-Lautrec e Renoir.
Era la "bella Maria" e tutti se ne innamoravano. Fu l’amante, la modella e l’allieva dei più grandi pittori della sua epoca, non disdegnando neanche le attenzioni del compositore Erik Satie. Si pregiò dell’amicizia di Van Gogh, di Modigliani, di Picasso, Gauguin, Chagall; fu in rapporti con Giuseppe De Nittis, Gustave Wertheimer, Hector Leroux. Degas, che ne collezionò gli schizzi e disegni, la chiamava la "terribile Marie".
Ispirata e incoraggiata dagli artisti che frequentava iniziò a dipingere, firmandosi all’inizio Suzanne Valadon, secondo lo pseudonimo suggeritole da Toulouse-Lautrec: "Tu, che posi nuda per i vecchi, dovresti chiamarti Susanna". Ben presto fu semplicemente Susan Valadon.
Il 26 dicembre del 1883, a soli 18 anni, diede alla luce il piccolo Maurice, figlio di padre ignoto, che sarà riconosciuto solo nel 1891 dal giornalista spagnolo Miguel Utrillo.
Maurice Utrillo diverrà uno dei più apprezzati paesaggisti del XX secolo, un disperato alcolista, membro di quella cerchia di artisti che comprendeva Picasso, Modigliani, Matisse e Chagall, che agli inizi del ‘900 fece di Parigi la capitale della cultura europea.
Nel ’94 riesce finalmente ad esporre un disegno firmato presso la Société National des Beaux-Arts, fondata cinque anni prima dal suo ex-maestro Puvis de Chavannes; fu l’unica donna ammessa ad esporre.
Ma le esuberanze della "terribile" Marie, l’attrazione per una vita bohémienne e le stravaganze del figlio non erano compatibili con la tranquilla esistenza borghese del sig. Mousis. Marie lo lasciò nel 1909 e andò a vivere con un amico del figlio, Maurice Utter, che poi sposò nell’agosto del 1914, avendo ben 21 anni in più di lui. Fu una famiglia "sui generis": Susanna dipingeva forsennatamente, suo figlio venne più volte ricoverato in manicomi o in sanatori nel tentativo di guarirlo dall’alcolismo.
Susanna Valadon ebbe diversi riconoscimenti da parte della critica artistica; nel 1915 fece la sua prima personale, che fu anche un notevole successo commerciale.
Susanna era bella, bellissima. Ovale perfetto, occhi blu di Sevres, pelle di porcellana, corpo snello ma ben fatto. Sprigionava un fascino autentico, misto di giovinezza e sensualita’ popolana. Provocante e anticonformista, avvolgeva la propria origine nel mistero: non si sapeva da dove fosse sbucata, cosa avesse fatto, funambola o cavallerizza al Circo Fernando, fioraia sul mercato di Pigalle. A 15 anni intraprese il ruolo "passivo" che l’ uomo ha sempre di buon grado consentito alla donna nell’ universo dell’ arte: musa ideale, modella abituale, compagna di letto. Susanna ebbe successo e fu contesa dagli artisti. A partire da Puvis de Chavanne, il quale, 56enne, famoso, la fece posare sette anni per le sue muse e per i suoi dei, parlando d’ arte. Susanna comincio’ a disegnare. In molti la vollero: Toulouse Lautrec che le regalo’ il nome un po’ per scherno di "Susanna e i vecchioni", mentre lei si chiamava Marie Clementine Valadon. Era nata nel 1865 in un villaggetto del Limousin, da madre guardarobiera trasferitasi a Parigi, e da padre ignoto. Lautrec ne schizzo’ il volto e le chiome ramate in case chiuse. Con Renoir fu un legame spregiudicato: oltre che nuda nelle "Bagnanti", la immortalo’ mentre ballava con il pittore Lothe in "La danza in citta’ ", fasciata in un elegantissimo abito da sera, con la grazia d’ una debuttante in societa’ . I successori non si contano: Steinlen, Zandomeneghi, De Nittis, il compositore Eric Satie…. A 18 anni Marie Susanne si trovo’ madre d’ un bimbo di padre incerto; nel ‘ 91 il volonteroso Miguel Utrillo y Molius riconobbe il figlio e gli diede un nome che diverra’ celebre: Maurice Utrillo. La vita di Suzanne sembra un romanzo di Zola mescolato a Flaubert; procede fino a tarda età, con entusiasmo fino all’ ultimo respiro.  Ebbe celebri amanti pittori ma fu sostenuta solo dal misogino Degas. Le sue opere sono schizzate prima con timidezza, sbirciando i contemporanei, magari con prospettive ardite alla Degas. Poi con sicurezza e occhio feroce. Non era ancora tempo per donne pittrici; gli impressionisti, cantori della vita moderna, avevano accettato solo la ricca Berthe Morisot e la facoltosa americana, Mary Cassatt. Suzanne non conobbe scuola o accademia, "rubo’ " a Cezanne, Manet, Van Gogh, Gauguin, Bonnard, Vuillard, i Fauves e Matisse, rimanendo se stessa, con realismo e forza che sono sigle personali e rarita’ in una donna. Nel ‘ 96 sposo’ il facoltoso agente di cambio Paul Mousis, per 15 anni condusse un’ esistenza borghese, dipingendo ritratti intimisti e nature morte: l’ universo d’ una moglie appagata. Ma tale non resto’ a lungo. Nel 1909, a 45 anni, incontro’ un amico dell’ adorato figlio Maurice, il ventitreenne pittore Andre’ Utter. Scoppio’ un amore struggente, con divorzio dal marito. Suzanne trovo’ allora il coraggio di affrontare le grandi tele: i nudi femminili racchiusi in spessi contorni, talora allungati sopra divani. Poi, lui, l’ amato bene, un uomo per la prima volta dipinto da una donna come oggetto di desiderio e seduzione nel gioioso "Adamo ed Eva". E ancora, bellissimo, in tre pose, con i possenti muscoli nel "Lancio della rete da pesca". Gli autoritratti, vera ossessione, sono di un realismo vicino agli espressionisti: Suzanne scruta la bellezza che si appanna, la figura che si ingrossa, il volto che si rinsecchisce. Per i nudi sceglie la sua cameriera, la portiera: c’ e’ un’ affettuosa partecipazione, una solidarieta’ con chi posa. Abitava vicino al Bateau Lavoir, dove giravano Picasso, Braque e altri, ma non la incuriosi’ la pittura "cerebrale", lei solo istinto. Con Utter, ormai sposati, la vita si fece aspra, lui parti’ per la guerra e torno’ ferito. Ricomposero il "trio infernale", con Utter e il figlio Maurice, vittime dell’ alcol. Lei espose nel ‘ 32 alla Galleria Georges Petit, con modesto successo; per il figlio vennero la gloria e il misticismo. Nel 1934, Suzanne si infiamma "d’ amicizia" per il pittore Gazi. Sono di quel momento i vasi di fiori, le nature morte affastellate. Il capolavoro, disarmante, e’ l’ ultimo autoritratto: a 66 anni si dipinge col seno nudo cascante, gli occhi blu opachi, i lineamenti sfatti. Coraggiosa sino alla fine, lei che, come la Nana di Zola, aveva fatto impazzire Parigi per la sua avvenenza. Muore nel ‘ 38 a Montmartre: con Utter vicino, Utrillo lontano, perche’ troppo sconvolto per correre da lei.

Aveva 73 anni, nella sua pittura, in cui riuscì a riversare, intatta, la sua sensualità, si riconosce la sintesi degli insegnamenti di tutti i suoi maestri.

 
 

Commentaires sur: "Suzanne Valadon – Un’altra tessera del mosaico Degas. A cura di Rosa Spinillo" (1)

  1. interessantissimo!!!

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